CITY OF CRIME

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CITY OF CRIME

Una notte a New York una coppia di criminali entra in un ristorante per rubare un carico di cocaina, ma ne trova molta più del previsto, inoltre arrivano sul posto molti agenti di polizia, che i due ladri sono costretti ad abbattere divenendo così il pericolo pubblico numero uno. I due sono: Ray Jackson, reduce delle guerre in Medio Oriente, e Michael Trujillo congedato invece con disonore, per ragioni però con cui è facile empatizzare. Viene incaricato di catturarli il detective Andre Davis, che ha la fama di avere il grilletto facile, ed è affiancato da un’agente della narcotici, Frankie Burns. Andre, che è figlio di un poliziotto ucciso in servizio, prende la vicenda molto a cuore e ottiene di isolare l’intera isola di Manhattan bloccando ponti e tunnel per alcune ore notturne. Inizia così una caccia all’uomo che è anche una corsa contro il tempo, dove Andre dimostra di voler arrivare alla verità anziché fare giustizia sommaria.

Diretto dal regista irlandese e quasi esclusivamente televisivo Brian Kirk, City of Crime è prodotto dai fratelli Russo e ha lo stesso protagonista di Black Panther, tanto che finisce per essere un film su supereroe senza maschera o mantello.

Difficile dire di chi sia la colpa di un protagonista così senza macchia, che cerca giustizia in seguito al trauma del padre ucciso quando era un bambino e a cui manca solo di vestirsi da pipistrello. Probabilmente il più innocente in questo caso è proprio il regista, che si è ritrovato di certo a contare meno dei produttori, tra cui lo stesso Chadwick Boseman – interprete che nei numerosi primi piani continua a non sembrare molto intenso.

Va molto meglio con tutti gli altri personaggi, sia per gli attori sia per la sceneggiatura che non cerca di santificarli come paladini incompresi: Sienna Miller ha un ruolo anti-glamour e ricco di ombre; J.K. Simmons è qualcosa di più del suo consueto sergente di ferro; Taylor Kitsch è ancora una volta bello e dannato, ma ha pure un lato da fratello maggiore che in parte lo redime; Stephan James è un disperato, finito in una situazione molto più grande di lui, e di certo è la figura più tragica.

Kirk trova momenti efficaci, dal funerale iniziale inquadrato a piombo dove i poliziotti che fanno il saluto diventano una sorta di motivo astratto, fino all’inseguimento tra Boseman e James, fra vicoli e metropolitana, che idealmente vorrebbe richiamare quello di Il braccio violento della legge (film notoriamente molto amato dai Russo). Qui il montaggio e le inquadrature si incastrano con ritmo invidiabile e originale e ne viene un pezzo di bravura, così come sono buone alcune sparatorie, su tutte la prima che ha una insolita ferocia.

Il cast è così solido da dirigersi quasi da solo (James è il meno famoso, ma basti dire che lo si è visto in Homecoming in Tv e in Se la strada potesse parlare di Barry Jenkins). A non funzionare è più che altro la sceneggiatura, che in particolare sul finale scivola nel consueto spiegone e in un epilogo piuttosto prevedibile.

RICHARD JEWELL – Una Storia Vera

fonte:https://www.mymovies.it/film/2019/city-of-crime/

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