IL MOSTRO DEL CIRCEO
Angelo Izzo nasce a Roma il 23 agosto 1955, primo di quattro figli.
Il padre è un costruttore e la madre – laureata in lettere – si occupa della famiglia. Sin dai primi anni della sua adolescenza Izzo conduce una vita agiata: infatti la sua famiglia abita al Trieste-Salario, quartiere della medio-alta borghesia romana confinante con i Parioli, e viene iscritto alla scuola dei “figli di papà” della Roma che conta, il San Leone Magno. Gli anni scolastici sono contrassegnati da poco studio poiché egli preferisce dedicarsi all’attività sportiva (equitazione, vela e sci nautico), mettendo in mostra precocemente una passione forte per gli sport di contatto, le arti marziali e il rugby. Ben presto, incomincia a nascere in lui anche la passione per la politica e a 13 anni entra a far parte della Giovane Italia, un’associazione studentesca dell’allora Movimento Sociale Italiano.
Alla fine del 1969, Izzo viene espulso dal gruppo insieme ad Andrea Ghira, accusato di usare il cortile interno della sezione missina Trieste-Salario per nascondere ciclomotori rubati. Negli anni successivi partecipa ad attività a metà strada fra eversione neonazista e criminalità ordinaria e ne racconterà gli atti al giudice Salvini nel 1995:
Angelo Izzo ha raccontato di aver preso direttamente parte, insieme al suo gruppo e ad altri elementi legati alla destra romana, dal 1972 al 1975 ad alcuni attentati (quali quello contro la Sezione del P.S.I. nel quartiere Trieste e quello in danno della scuola San Leone Magno frequentata dallo stesso Izzo e da Gianni Guido), a numerosissime rapine di autofinanziamento in danno di banche, gioiellerie e uffici postali, a traffici di sostanze stupefacenti coltivati anche d’intesa con la malavita comune e a numerosi stupri di gruppo operati con la stessa tecnica.
IL MASSACRO DEL CIRCEO
Il 29 settembre 1975, Izzo, Guido e Ghira si incontrarono alle 16 con Donatella Colasanti e Rosaria Lopez, due ragazze (di 17 e 19 anni rispettivamente) conosciute qualche giorno prima tramite un amico comune (risultato poi estraneo ai fatti). Le due ragazze furono invitate al Circeo, nella villa di Ghira nella località “Punta Rossa”. Una volta a destinazione, le due ragazze furono violentate, drogate, seviziate e massacrate per un totale di 35 ore. La Lopez fu infine portata nel bagno del primo piano della villa, dove fu picchiata e annegata nella vasca da bagno, mentre la Colasanti fu quasi strangolata con una cintura e picchiata selvaggiamente.
Le due vittime (credute morte entrambe dai tre aggressori) furono poi nascoste nel bagagliaio dell’auto del padre di Guido. I tre parcheggiarono in viale Pola e si recarono a cenare. I lamenti della Colasanti, sopravvissuta alle violenze, attirarono l’attenzione di un metronotte, che diede l’allarme. Izzo e Guido furono arrestati entro poche ore, mentre Ghira si diede alla latitanza.
Il 29 luglio 1976 tutti e tre furono condannati in primo grado all’ergastolo. La condanna fu confermata anche nei successivi gradi di giudizio per Izzo e Ghira, mentre a Guido furono riconosciute le attenuanti generiche in appello, riducendo così la pena a 30 anni di carcere.
FONTE:WIKIPEDIA