O Cardill – «Io, cresciuto a Scampia, sogno ancora la rinascita.
«Eh, vorrei esserci. Anzi, ci devo essere». Christian Giroso, attore, è nato alle Vele, cresciuto lì negli anni della faida di Scampia. Soprattutto è diventato famoso sul set di Gomorra, allestito davanti (e dentro) ai palazzoni che andranno giù. La curiosità è forte, i sentimenti contrastanti. L’appuntamento è storico, per tutti gli abitanti di Scampia.
Va giù un simbolo del suo quartiere, nel bene e nel male. Prova nostalgia o sollievo?
«Nell’immaginario e non solo, la Vela è il simbolo del degrado. Un aspetto su cui ci sarebbe da discutere, e in ogni caso un po’ mi dispiace. Ma lo interpreto come un segnale di rinascita. Si chiude un capitolo, ed è sempre interessante vivere un nuovo corso».
Discutiamo, però, del simbolo.
« Le Vele erano state costruite secondo un progetto che si ispirava a quello di un villaggio simile realizzato a Marsiglia. Non è stato completato, non è stato manutenuto. È diventato dopo il terremoto del 1980 il rifugio di tanti che avevano perso la loro casa. Qui sono arrivati e qui sono stati abbandonati. Per noi ragazzi di Scampia le Vele restano il luogo dal doppio volto: dove giocavamo a pallone, dove si spacciava droga. Il teatro sanguinoso di una buona parte della guerra di camorra. Ma, attenzione, Scampia non è il centro del male».
In Gomorra la fiction, però, così era rappresentata. Lei peraltro interpretava uno dei ragazzini assoldati dalla camorra.
«Certo, ma esistono Scampia in tutto il mondo. É stata una esperienza molto forte. Non soltanto perché recitavo su un set diventato famoso in tutta Europa, ma perché ho vissuto da protagonista vicende che fino ad allora ero stato a guardare da fuori. Sono cresciuto praticamente nel grande supermercato della droga, ho sentito per anni il rumore degli spari, ho combattuto con la preoccupazione dei miei genitori che avevano paura se uscivo la sera per giocare a pallone, ma allora non avevo paura. Oggi quando ripenso alla mia adolescenza, invece sì che tremo. Come se avessi preso coscienza del pericolo».
Le Vele rappresentano anche questo?
«Dipende da chi le osserva, io ci giocavo a pallone e basta. Le trovavo anche affascinanti. I miei interessi erano il teatro e la scuola.Lavoravo al recupero del territorio insieme con «Arrevuoto», il progetto nato e finanziato nel 2004 che ha dato la possibilità poi a dieci ragazzi del quartiere di aggregarsi in una compagnia teatrale».
Non è stato l’unico tentativo di recupero?
«I progetti sono stati tanti, altrettanti sono nati e finiti. E tante volte il quartiere ha fatto passi indietro. E non certo per colpa dei cittadini».
Ha parlato dell’abbattimento come di una futura rinascita. Ci crede?
«Ci sono i presupposti, il tempo delle faide è finito da un po’. Qui c’è gente che ha un forte senso di appartenenza. Se la Vela va giù però c’è un motivo per sognare un nuovo inizio».
Se avesse un figlio, desidererebbe che vivesse a Scampia?
«Non ne sono sicuro».
Ma la speranza?
«Mi piacerebbe che vivesse il bene e il male, come è accaduto a me, e sapesse scegliere. Quindi, da questo punto di vista, sarei tranquillo. Ma non posso dire che sia un quartiere vivibile, con servizi adatti ai bambini. Sì, preferirei che crescesse in un posto migliore».
Da Gomorra all’Amica geniale, due fiction agli antipodi?
«Mica tanto. Entrambe meravigliose, esperienze uniche. Entrambe teatro di violenza. Quella criminale di Gomorra e quella familiare dell’Amica geniale. Non ci sono morti al Rione Luzzatti, ma c’è tanto dolore scene forti. Mia nonna da bambino mi raccontava che aveva una gamba che gli faceva male. Non poteva curarsi, mio nonno era geloso e non voleva che un medico la toccasse. Erano gli anni che ho rivissuto sul set dell’Amica Geniale. Gli anni in cui una donna doveva fare sesso per forza con il marito».
Sul set è stato fidanzato con Lenù, l’amica «dolce».
«Elena è bellissima, sono innamorato di lei. Chi lo dice che tra noi è finita?».
Spoiler?
«Ma no, è che alla fine mi sono convinto che fosse la mia vera fidanzata!!».
Fonte:https://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/cronaca/20_febbraio_20/io-cresciuto-scampia-sogno-ancora-rinascita-ruspe-si-chiude-un-era-2fe57a42-53b7-11ea-9d90-7863bdf03aae.shtml
Leggi anche:
Danielino di Gomorra, l’attore arrestato a Scampia: ecco il motivo