Oggi faccio sessantasette anni, non sono vecchio, ma sono talmente scontato a fare il mafioso che adesso prendono altri che non sono bravi come me”, così spiega Tony Sperandeo ai microfoni dei Lunatici su Rai Radio2. L’attore siciliano, che nella sua carriera ha quasi sempre interpretato i mille volti della Mafia, da ‘La Piovra’ a ‘I cento passi’, ho qualche rimpianto, spiega l’attore: “Mi hanno inflazionato troppo nel ruolo del mafioso. Mi dà fastidio, poi, che spesso noi siciliani siamo identificati a fare sempre i mafiosi. Noi siciliani dobbiamo interpretare i mafiosi. E’ una cosa che non condivido affatto”.

Tony Sperandeo; La Carriera
il film ‘I cento passi’, vestiva i panni del padrino Gaetano Badalamenti boss mafioso ai vertici di Cosa Nostra. con questo film ha vinto il David di Donatello; “forse anche per tutti i ruoli che ho fatto in ‘Mary Per Sempre’, ‘Palermo Milano solo andata’ e ‘La Piovra’” spiega. Poi svela alcuni retroscena: “In fase di preparazione io e Marco Tullio Giordana (regista de ‘I cento passi’, ndr) andammo a trovare la mamma di Impastato, a Cinisi. C’era anche il fratello Giovanni. Quando le dissi che io avrei interpretato Badalamenti, voleva cacciarmi di casa. Più volte per strada mi è capitato di essere confuso con i personaggi che interpretavo. Molte volte mi chiedevano se ero veramente cattivo, se ero veramente mafioso, o se avessi la pistola. Comunque, tornando a Cinisi, quando ce ne andammo da casa di Impastato, per tornare a Palermo, ci fermarono due signori di Cinisi che mi dissero di fare buono lo zio Tano, testuali parole, perché secondo loro era un cristiano che meritava. Io me la sono fatta addosso”.
L’attore dai mille volti della Mafia Siciliana lascia poi un suo pensiero sull’emergenza Covid che l’italia e il mondo sta vivendo;
“Sono preoccupatissimo, noi siamo con le spalle al muro. Io poi ho un enfisema polmonare, in estate mi facevo diversi spettacoli, quest’anno me lo posso dimenticare”.
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